Nella gastronomia tradizionale paté e terrine hanno una fisionomia propria. Per paté si intendono ripieni elaborati racchiusi in un involucro di pasta e cotti al forno. Le terrine, invece, sono composti simili ai paté (talvolta meno fini) che vengono cotti in stampi di varia grandezza.
Nella cucina naturale vegetariana, invece, i due termini indicano principalmente farce compatte e molto fini, che non hanno la necessità di ulteriori cotture. La loro consistenza può essere variabile: in alcuni casi sono particolarmente morbidi e simili più a mousse e spume, in altri devono essere sformati e tagliati a fette.
Per non ricorrere a un uso massiccio di formaggi morbidi e di panna, elementi base per molti paté e terrine, è pratico e funzionale utilizzare sia la naturale cremosità dei legumi che elementi leganti non grassi come il tofu. Tra i latticini, il più consigliabile è la ricotta vaccina, poco grassa e con un'alta resa di lavorazione.
Paté e terrine vegetali hanno il vantaggio di poter essere preparati con largo anticipo e di venire conservati in frigorifero: spesso questa pausa forzata migliora notevolmente la bontà finale. Per assaporarne in pieno gusto, aromi e fragranza, è però importante riscaldarli, servendoli tiepidi o a temperatura ambiente. Non sempre è necessario condirli alla fine, nel caso si può ricorrere a semplice olio extravergine d'oliva di buona qualità, eventualmente aromatizzato con una spezia.
Normalmente paté e terrine si servono accompagnati da fettine di pane, che deve essere di buona qualità, possibilmente integrale, ai cereali o di segale. In alternativa, insieme alle terrine più morbide servite ortaggi in bastoncini, simili a quelli preparati per un normale pinzimonio.
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