Prevenire a tavola
Il pesce piccolo (e intero) ti allunga la vita?

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La risposta è sì, almeno secondo gli autori di una ricerca giapponese che hanno scoperto una riduzione del rischio di mortalità nelle donne che abitualmente mangiano pesciolini interi

Le donne, si sa, dopo la menopausa sono più a rischio di andare incontro all’osteoporosi e tra i tanti consigli dietetici “amici dello scheletro” c’è anche quello di mangiare regolarmente pesce. Non tutti sanno che, tra le fonti di origine animale, dopo i latticini troviamo proprio gli abitanti del mare: pesci, crostacei e molluschi, sia per il loro contenuto di calcio che di vitamina D (fondamentale per l’assorbimento del calcio nelle ossa).  Al di sopra di tutti, svettano con ben 888 mg ogni 100 grammi – e un ideale rapporto tra calcio e fosforo – i lattarini, ovvero i pesciolini che in genere vengono fritti e mangiati con tutte le lische. Ed è proprio grazie a queste ultime che una porzione da sola raggiunge, o addirittura supera, il fabbisogno di calcio giornaliero. Ovviamente non è consi­gliabile consumare fritture troppo spesso, meglio allora prepararli in altri modi più leggeri, oppure marinarli. Tra i pesci contengono una buona quantità di calcio anche le alici, un piccolo pesce az­zurro tra i più benefici per la salute.

Ma secondo una studio giapponese dell’Università di Nagoya pubblicato su Public Health Nutrition, i vantaggi per le donne nel consumare regolarmente pesciolini interi andrebbero molto più in là della protezione della massa ossea. Gli studiosi hanno riscontrato una maggiore longevità e una riduzione del rischio generico di mortalità per tutte le cause, compresi i tumori.

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Va detto che i giapponesi mangiano abitualmente pesciolini interi, freschi o essiccati. E che li consumano interi, compresa la testa, le lische e gli organi, che sono ricchi di micronutrienti, quali, appunto il calcio e vitamine come la A. "Fino a oggi pochi studi si sono concentrati sull'effetto specifico dei piccoli pesci sulla salute", ha affermato, il dottor Kasahara, il ricercatore capo.

Lo studio in breve

Il team di ricercatori ha analizzato i dati di 80.802 partecipanti giapponesi (34.555 uomini e 46.247 donne) con un’età compresa tra 35 e 69 anni, valutando la possibile associazione tra consumo di piccoli pesci e rischio di mortalità. La frequenza di assunzione dei pesciolini è stata valutata tramite questionari sulle frequenze alimentari. I ricercatori hanno seguito i volontari per una media di nove anni. Durante il periodo di follow-up, sono stati registrati quasi 2.500 decessi tra i partecipanti, di cui circa il 60 per cento erano correlati al cancro.

Dopo aver controllato i fattori che potessero influenzare i risultati, come l'età, il fumo, l’alcol, l’indice di massa corporea e le abitudini alimentari, i ricercatori hanno scoperto che le donne che mangiavano frequentemente piccoli pesci avevano meno probabilità di morire. In particolare le donne che mangiavano piccoli pesci una-tre volte al mese, una-due volte alla settimana o tre volte o più alla settimana avevano un rischio di mortalità ridotto, per tutte le cause e per il cancro, rispetto a quelle che mangiano raramente piccoli pesci.

Per gli uomini risultati incerti

Il rischio di mortalità per tutte le cause e per cancro negli uomini ha mostrato un andamento simile a quello delle donne, tuttavia a livello statistico non è stato significativo. Le ragioni della mancanza di significatività non sono chiare e i ricercatori ipotizzano che possano avere importanza anche il numero limitato di maschi o altri fattori non misurati nello studio, come la dimensione della porzione di piccoli pesci. Secondo i ricercatori, riguardo al cancro potrebbe anche esserci un'associazione sesso-specifica.

Pur riconoscendo la necessità di ulteriori ricerche su altre popolazioni e di una comprensione più approfondita dei meccanismi coinvolti, il dottor Kasahara è entusiasta dei risultati. "Anche se i nostri risultati riguardano solo i giapponesi, dovrebbero essere importanti anche per le altre nazionalità", ha affermato nell’articolo universitario di presentazione della ricerca. “I pesci piccoli sono facili da mangiare per tutti e possono essere consumati interi. I nutrienti e i principi attivi tipici dei pesci piccoli potrebbero contribuire a mantenere una buona salute. La relazione tra il consumo di piccoli pesci e il rischio di mortalità nelle donne sottolinea l’importanza di questi alimenti ricchi di nutrienti nella dieta delle persone”, conclude lo studioso.

Buone notizie per le donne, molto meno per i pesci piccoli…

Il pesce piccolo (e intero) ti allunga la vita? - Ultima modifica: 2024-07-26T07:41:24+02:00 da Barbara Asprea

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